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2004-2005 Santa Maria Maddalena 

Rilievo - Progetto

Restauro

 

 

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Enti di tutela

Comm. Arte Sacra: Don Tiziano Brusco

SBAP:Gianna Gaudini

 

Progetto e drezione lavori

Giampaolo Quirinali

 

Collaboratori e consulenti

Sicurezza CSP-CSE: Davide Quirinali

 

Imp. esecutrice: Dal Molin e Sandri

Restauro lapideo:Balzarin Lino

Santa Maria Maddalena a Caselle dI Pressana (Verona - Italia)

La chiesa parrocchiale di Caselle di Pressana, intitolata a Santa Maria Maddalena, ha origini assai antiche; probabilmente edificata da Uguccione Kainacqua il quale per testamento il 24-12-1357 lasciava alla stessa, come beneficio, campi 70, e acquistava il diritto di Giuspatronato.(1)

L'edificio nel 500 era in cattivo stato di conservazione, aveva dimensioni contenute e comunque insufficienti per una comunità di 300 persone; lo si evince dalle visite pastorali fatte dal Giberti tra il 1526 e il 1532. Il vescovo consigliava di ampliare la chiesa e ordinava di approntare una sacrestia, di recintare all'attiguo cimitero, di far riparare il tetto ed il pavimento. (2)

Anche il Vescovo Luigi Lippomano nel 1553 ordinava di riparare il tetto e di provvedere all'ampliamento della chiesa visto che la stessa non aveva molti posti per il popolo. (3)

Nel Liber Visitationis anni MDLIX, si rileva come fossero stati eseguiti solo in parte gli ordini lasciati dal vescovo sei anni prima; in qualche modo era stata riparata la copertura ma restava da risolvere il problema dell'ampliamento della chiesa. (4)

Sabato 14 maggio 1569 il Vescovo Agostino Valier, constatato che nulla era stato fatto degli ordini per il restauro dati dal suo predecessore, si impegnò in prima persona per portarli a termine. Incaricò Jacopo di Colonia per il restauro che concluse i lavori nel migliore dei modi grazie anche all'intervento economico del nobile Bartolomeo Troiani. (5)

Il piccolo edificio all'inizio del seicento si trovava in discrete condizioni lo si evince dalla visita fatta nel 1632 del vescovo Marco Giustiniani ma solo 22 anni dopo, Mercoledi 30 settembre 1654, il reverendissimo Vincenzo Vanto in visita per conto del Vescovo Sebastiano Pisani riscontra e ordina una serie di lavori neccessari per risolvere situazioni difficili e poco decorose legate all'uso della chiesa e del cimitero.(6)

Il lento declino della fabbrica, e la cronica insufficienza dimensionale per una comunità in continua crescita, porterà alla decisione presa “il 1° gennaio 1746 dalla Vicinia di Caselle di demolire la vetusta chiesa perchè ormai pericolante. La richiesta per un nuovo edificio fu presentata al vescovo Giovanni Bragadino, il quale subordinò l'accettazione ad alcune condizioni:

a) che il materiale murario fosse impiegato per la costruzione della nuova chiesa;

b) che tutte le suppelletili sacre fossero portate nell'oratorio di Cà del Bosco, ove si sarebbero celebrate le funzioni religiose fino all'inaugurazione della nuova chiesa.(7)

I lavori che durarono 4 anni portarono all'edificio, contrassegnato in rosso sulle tavole di rilievo, che rimase invariato fino al secolo scorso quando, dopo diversi rimaneggiamenti, approdò alla conformazione attuale. Gli interventi moderni hanno purtoppo impoverito lo spazio interno e ammutolito, sotto un' indistinta coperta di intonaci cementizi, l'interessante stratigrafia fatta di intonaci storici e bugnati. Nonostante questo però la chiesa ancora conserva, in alcuni scorci, una sua intima dignità formale e comunicativa.

 

 

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