top of page

2009-2012 Centro culturale Santa Eugenia  

Rilievi - Progetto

Restauro

Scavo archeologico

Affreschi

s_edited.jpg

 

 

Enti di tutela

SBAP: Gianna Gaudini

SBSAE: Luca Fabbri

SBA: Brunella Bruno

 

Progetto e drezione lavori

Giampaolo Quirinali

 

Collaboratori e consulenti

Sicurezza CSP-CSE:Valentino Girlanda

Impianti: Arturo Castagna

Calcoli strutturali: Sara Valdo

Scavo arch.:S.A.P.

Alberto Manicardi

 

Impresa esecutrice: Civilmahglor

Consolidamento affreschi:

Emanuele Fattori

Centro culturale santa Eugenia
Centro culturale santa Eugenia
Centro culturale santa Eugenia particolari costruttivi

Centro culturale Santa Eugenia a Pressana (Verona - Italia)

Secondo il Cardo, santa Eugenia è stata fondata dalla milanese Eugenia Tranquillina, moglie di Balzarino da Pusterla, feudatario investito di molte terre in Pressana da Giangaleazzo Visconti sul finire del sec. XIV. Il complesso è sicuramente presente agli inizi del sec. XV, lo si rileva in un documento datato 1430, che testualmente riporta: "in ora beginarum sive Sanctae Eugenia".(1)

Bisogna però aspettare ancora un secolo per avere le prime notizie riguardanti le fabbriche; parlo al plurale, perchè nella visita pastorale del 1530 la chiesa, priva di pavimento e utilizzata anche come magazzino, era unita ad un ospedale. La “foto d'epoca” testimonia impietosamente lo stato di conservazione dell'edificio sacro ed indica la deriva oramai assodata della chiesa. Nel 1616 si registra anche il passaggio di potestà da un ente ecclesiastico ad uno laico, infatti in quella data l'ospedale è retto da un custode, eletto dal comune. Riportiamo, in ordine cronologico i frammenti utili al nostro scopo, di tutte le visite pastorali(2) che si sono succedute dal XVI al XX sec.:

- nel 1530 la chiesa, priva di pavimento e utilizzata anche come magazzino, era unita all'ospedale, di soli tre posti letto, ben tenuto;

- nel 1604 la chiesa doveva avere almeno due ingressi, lo si evince dall'ordine di togliere le pile dell'acqua santa dall'esterno e l'ospedale doveva avere un unico locale; viene fatta menzione anche di un'abitazione con piccolo orto e un broletto, goduti dal cappellano che officiava le messe;

- nel 1611 il campanile andava rifatto, essendo caduto il precedente;

- nel 1616 la chiesa è provvista di un unico altare e il custode dell'ospedale, eletto dal comune, ha a disposizione una casa con pezzo di terra contiguo;

- nel 1623 la chiesa, con il suo coro, è trovata ben tenuta e fornita di una nuova pala di santa Eugenia "con le sue collane dorate"; la casa del cappellano è confortevole;

- nel 1634 la chiesa e l'ospedale venivano trovati in ordine e anche le case del cappellano e del custode non avevano alcun bisogno;

- nel 1657 alla chiesa andavano risistemate le finestre, mentre l'ospedale si articola su due livelli;- nel 1685 viene ribadita la presenza di più finestre e la necessità di ampliare la sacrestia;

- nel 1723 l'ospedale con soli due letti è sotto la giurisdizione comunale, mentre l'oratorio e la sacrestia sono gestiti dalla parrocchia;

- nel 1821 non si accenna alla chiesa;

- nella seconda metà dell'ottocento santa Eugenia viene citata dal vescovo Giovanni Farina;

- agli inizi del novecento il vescovo Antonio Faruglio invita a curare maggiormente il decoro dell'altare, a restaurare le pareti, il pavimento, la porta d'ingresso ed il lavabo in sacrestia.

bottom of page