top of page
post2_edited.jpg
11_edited.jpg
1 restauro controsoffitto.jpg

 

 

Enti di tutela

Comm. Arte Sacra: Don Tiziano Brusco

don Luciano dalla Riva

SBAP: Ruggero Boschi

Gianna Gaudini

Fabrizio Magani

 

Progetto e drezione lavori

Giampaolo Quirinali

 

Collaboratori e consulenti

Sicurezza CSP-CSE: Davide Quirinali

Prove di Laboratorio: R&C Scientifica s.r.l. Dr.ssa Mirella Baldan

Ricerca storica: Remo Scola Gagliardi

 

Impresa esecutrice: Vesentini Renato

Restauro lapideo chiesa: Massimo Tisato

 Anna Brunetto

Restauro lapideo campanile: Nicola Gelio

Restauro pittorico: Cherubini Marina

Santi Filippo e Giacomo a Bonavicina di San Pietro di Morubio (Verona - Italia)

La chiesa dei S.ti Filippo e Giacomo nasce come cappella gentilizia appartenente alla famiglia dei nobili De Broylo, probabilmente a cavallo tra la fine del duecento e l’inizio del trecento.Il vescovo Giberti nelle sue visite pastorali (1526-29-30-32) parla della nostra come di una chiesa parrocchiale, retta da De Broylo Bartolomeo, che vanta al suo interno beni appartenenti a diverse nobili famiglie (Loredan, De Broylo, Giovanni Sommariva). 

Dalla visita del Lippomano datata 20 aprile 1553 si evince che pur essendo parrocchiale era soggetta a Cerea e che la popolazione, in poco più di vent’anni, era passata da 300 a 400 abitanti. 

Il 2 maggio del 1716, il vescovo Marco Gradenigo ribadisce i doveri di Malavicina nei confronti di Cerea.

Nel 1725 Malavicina passa nella vicaria di Bovolone ma solo dal 1733 viene svincolata da Cerea per volere della curia vescovile. 

La prima immagine del sacro edificio, molto diversa dalla fabbrica attuale, si trova in una mappa firmata da Francesco Bresciani nel 1725; la chiesa liturgicamente orientata e di foggia romanica ha il campanile coperto dalla classica cuspide in cotto. Nel 1732 inizia una radicale ristrutturazione, durata fino al 1761, che porterà l'edificio alla forma attuale; la chiesa sarà consacrata dal vescovo Antonio Giustiniani il 22 di ottobre del 1765.

Rimane a memoria una lastra di marmo incisa, attualmente collocata in sacrestia, che testualmente riporta: TEMPLUM HOC DEDICATUM FUIT PER NIC. ANT. JUSTINIANUM EP. VERONEN. XI KAL. NOVEMB. AN. MDCCLXV ASSIGNATA PRO ANNIVERS DOM.CA IV OCTOB.

E' infine del 1795 l'aggiunta dell'alto campanile di gusto neoclassico a completamento del sacro complesso parrocchiale.

Descrizione  
Il complesso chiesastico si compone di elementi distinti: la chiesa mononavata con cappelle laterali è affiancata, nel profondo coro, da una cappella feriale e dalla sacrestia; di poco staccato stà l’alto e austero campanile, ben disegnato soprattutto nella trasparente cella campanaria. 
La chiesa vanta una notevole dignità compositiva che si esprime di pari livello all’interno e in facciata. 
Ben congeniata nei rapporti tra l’aula, il coro e le cappelle laterali, di ampio respiro ed armonica nelle proporzioni è la spazialità interna. Il disegno della sua architettura si esplicita in un unico registro che continua in modo diverso nella copertura dei singoli ambienti: 
- in una lunettata volta a botte, che presenta archi diversamente ribassati in ragione delle 
paraste, nell’aula riservata ai fedeli; 
- in una volta a crociera sul coro; 
- in una semivolta ad ombrello nel catino absidale. 

 Il disegno della facciata, si compone invece di due registri sovrapposti, ma essendo  l’edificio orientato a N-NE rivela appieno la sua plastica solo al mattino poi, fino a sera, vive di luce riflessa divenendo più piatto e indistinto. 
L’ordine ionico del primo modulo, che ‘copre’ anche le cappelle laterali piegandosi verso strada, supporta un alto ‘fascione’ che fa da sfondo all’arco spezzato del portale d’ingresso e da base al piedistallo del registro più in alto. L’ordine composito del secondo registro, che copre la sola navata, funge da base ad un timpano di discreta plastica, sormontato da una croce in ferro battuto; ai lati, sopra piedistalli in parte sagomati, trovano posto le statue dei santi patroni. 
La composizione verticale della facciata, ordinata dai vuoti del portale d'ingresso e della finestra, si ‘attacca’ al cielo con le statue dei santi e la sovrastante croce. La scritta “ DEO OPTIMO MAXIMO” , nel fregio del secondo registro, completata a basso  da “ ET IN PHILIPPUM ET JACOBUM DIVOS APP” ricorda la dedicazione della chiesa a Dio onnipotente e i suoi santi apostoli Filippo e Giacomo. 
All’interno molteplici sono gli elementi artistici rilevanti presenti, diversi altari e qualche pala meriterebbero attenzione e studio. Da rivedere invece è l'ambone decisamente sottotono rispetto all'arredo liturgico presente. 

 

 

bottom of page