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2003-2006 Canonica di Bovolone 

Rilievo-Progetto

Lettura stratigrafica

Restauro

 

 

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SBAP: Ruggero Boschi

SBSAE: Mauro Cova

SBA: Brunella Bruno

 

Progetto e drezione lavori

Giampaolo Quirinali

 

Collaboratori e consulenti

Calcoli strutturali: Livio MeniniI

Sicurezza CSP-CSE: Davide Quirinali

Scavo archeologico: S.A.P.

Alberto Manicardi

Ricerca storica: Remo Scola Gagliardi

impresa esecutrice: Vesentini Renato

Restauro lapideo: Balzarin Lino

Restauro superfici decorate:

Cherubini Marina

Canonica di Bovolone (Verona - Italia)

Valutata la necessità di un nuovo cappellano a servizio “della grande parrocchia di Bovolone”, il vescovo Ermolao Barbaro, nel 1454 , ordina  che lo stesso abiti in una stanza della canonica situata verso la camera con camino, dal lato dell’orto e della corte: “qui habeat habitationem de per se in plaustro dicte plebis versus caminatam et ortum et aream”.
Questa è la sola nota storica da dove traspare un frammento di immagine della struttura edilizia indagata; poi il buio completo.
 
La fabbrica arrivava ai nostri giorni con la facciata verso piazza, quella voluta da Mons. Ducchi a metà '700, in uno stato di conservazione talmente cattivo da nascondere il bel disegno che invece ha; la chiusura dell’accesso principale, il degrado degli intonaci, dei lapidei e, soprattutto, la mancanza di rispetto per il simbolo l'avevano ridotta a supporto per bacheche ed insegne pubblicitarie di ogni genere.

Gli interni scompartiti in anonimi micro-ambienti variamente pavimentati (gres, marmette, laminati…) e controsoffittati (cartongesso, faesite, doghe in plastica…) stravolgevano la reale spazialità dell’edificio e celavano le interessanti superfici storiche. L’antica distribuzione verticale era stata scomposta in due diversi corpi scala e i solai lignei del vano sostituiti con solai in laterocemento; una lunga scala in c.a. incastrata a muro tagliava trasversalmente quasi tutto il secondo solaio del vano N.E., compromettendo gravemente la già precaria statica dell’intero fabbricato. 
La distribuzione orizzontale era la logica conseguenza di tutti questi lavori che avevano fortemente aumentato l’entropia del sistema fin quasi a travisarlo.

 

 

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