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Enti di tutela

Arte Sacra: Don Tiziano Brusco

SBAP: Ruggero Boschi

Gianna Gaudini

SBA: Brunella Bruno

 

Progetto e drezione lavori

Giampaolo Quirinali

 

Collaboratori e consulenti

Sicurezza CSP-CSE: Davide Quirinali

Scavo archeologico S.A.P. 

Alberto Manicardi

Ricerca storica: Remo Scola Gagliardi

Impresa esecutrice: Vesentini Renato

Restauro lapideo: Balzarin Lino

Kourus

San Biagio - S.ti Fermo e Rustico a Bovolone (Verona - Italia)

Per otto secoli la "ciesa vecia" è stata parrocchiale bovolonese, un ruolo ben riassunto dalla magniloquenza della sua architettura e dal tesoro storico artistico che ancora conserva, ma la conoscenza e fortuna critica della fabbrica - fino al 2000 - non andavano oltre la pur autorevole trattazione di Remo Scola Gagliardi in La pieve di Bovolone.

Grazie ai restauri eseguiti sul sistema parrocchiale tra il 2003 ed il 2008, ora è possibile far vedere la complessa stratificazione della fabbrica costruita 'sulla' residenza che il vescovo di Verona aveva nel feudo di Bovolone; la cappella vescovile ed il fortilizio del palatium  - resti della prima villa vescovile bovolonese - sono infatti gli elementi sui quali ha preso corpo la chiesa.

Il riordino sistematico delle testimonianze materiali dell'edificio - tipi murari, affreschi ... arredi - messo a sistema con i documenti scritti permette di proporre  la sequenza di planimetrie che, a partire dalla Corte vescovile di fine XII sec. (fig. 1), mostra la trasformazione dell'intero sistema.  

Nel Trecento accanto alla cappella del vescovo - già utilizzata come parrocchiale - verrà edificata  una residenza al servizio del clero pievano (fig. 2).

Palatium e oratorio nel 1412 saranno quindi trasformati nella nuova parrocchiale dedicata a San Biagio (fig. 34).

Chiesa e canonica verranno più volte rielaborate in età moderna e, sul finire del Cinquecento, sarà a loro accostato un oratorio dedicato alla B.M.V. della Concezione (fig. 4).

 

             

Con l’imponente ristrutturazione iniziata nel 1741, presumibilmente per opera del conte Alessandro Pompei, San Biagio diventa uno dei primi esempi di architetura Neoclassica in Veneto (fig. 5).

Nel 1836 si inizia una terza chiesa, il sogno di don Filippo Accordi, ma l’impresa nata da un progetto fuori dimensione per Bovolone non vedrà fine (fig. 6).

Sull’incompiuto edificio Domenico Rupolo, tra il 1912 ed il ‘28, innalza la nuova parrocchiale di San Giuseppe (fig. 7).

Il XX sec. si distingue infine per le sciagurate demolizioni dell’oratorio della Concezione e delle cappelle destre di San Biagio (fig. 9).                                         

 

 

L’intricato sistema era a noi giunto malconcio e anonimo, soprattutto per quel che riguarda la conoscenza materiale delle fabbriche; una mancanza a cui ha dato risposta Segni Disegni & Architetture il lavoro - di prossima pubblicazione - di cui si propone la brochure.

 

 

 

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